Epilessia: si può guarire?

L’epilessia è una patologia più diffusa di quanto si possa pensare.

Solo in Italia, i pazienti con diagnosi di epilessia sono circa 500.000 e circa 125.000 di essi sono resistenti alla terapia.

Quello che negli anni sta cambiando è l’approccio terapeutico all’epilessia e si va verso un controllo sempre migliore delle crisi epilettiche.

Però una cosa sta diventando sempre più chiara: dall’epilessia si può guarire!

Scopriamo insieme quali sono le alternative terapeutiche e come fare per tenere sotto controllo le crisi epilettiche.

Epilessia, si può guarire?

Una delle domande che più spesso viene posta ai medici curanti è: guarire dall’epilessia è possibile?

La risposta è semplice: a volte.

La guarigione dall’epilessia è possibile. Quello che è importante è una diagnosi efficace delle varie forme di epilessia, così da personalizzare il piano di trattamento più indicato per ogni paziente.

I farmaci non danno la certezza di guarire completamente dall’epilessia ma in gran parte dei casi aiutano a tenere sotto controllo la malattia.

Nel 2021, oltre il 70% dei malati di epilessia riesce a controllare le crisi epilettiche con grande successo grazie ai farmaci o alla terapia chirurgica.

Qui di seguito ti presentiamo epilessia si può guarire:

Crisi epilettiche: si possono fermare?

Crisi-epilettiche

Fermare una crisi epilettica è importante soprattutto per preservare l’incolumità del soggetto colpito, che può cadere, avere dei traumi e danni cerebrali anche importanti.

  • Gestione della crisi epilettica

Attacco epilettico può essere preceduto da sintomi premonitori, come ansia, irritabilità, mal di testa (aura), l’abbassamento dello stato di coscienza.

Non esistono farmaci da prendere subito prima di una crisi epilettica per evitarla.

Tuttavia, è importante riconoscere quando un attacco si sta per verificare. In questo modo sarà possibile mettere in sicurezza il paziente, facendolo sedere o, meglio ancora, sdraiare.

  • Guarire dall’epilessia

Non è molto comune che l’epilessia guarisca da sola.

Tuttavia esistono diversi casi in cui la malattia colpisce durante l’infanzia e si risolve con la crescita e la maturazione del soggetto.

Le crisi epilettiche possono essere controllate efficacemente con i farmaci o con la chirurgia in oltre il 70% dei casi.

A quanti anni si guarisce dall’epilessia in questi casi?

Viene considerato GUARITO dall’epilessia un paziente che non manifesta un attacco epilettico per almeno 10 anni.

LO SAPEVI CHE…

Esistono casi di epilessia notturna, in cui le crisi insorgono principalmente durante il sonno. È una sindrome a base genetica e viene trattata come gli altri tipi di epilessia.


La terapia dell’epilessia

Il primo passo dopo la diagnosi di epilessia è strutturare un piano terapeutico efficace.

Alcune forme di epilessia rispondono bene al trattamento farmacologico. In altri casi c’è bisogno di testare altri tipi di trattamento.

Ma vediamo quali sono le principali terapie per l’epilessia:

  • Farmaci antiepilettici
  • Chirurgia con rimozione o isolamento della zona del cervello responsabile degli attacchi
  • Posizionamento di elettrodi intracerebrali per il controllo dell’epilessia
  • La dieta chetogenica può aiutare a controllare le crisi epilettiche

Molto spesso il trattamento va mantenuto per tutta la vita.

Tuttavia, quando le crisi rimangono assenti per periodi molto lunghi, il medico potrebbe decidere di interrompere la terapia.

La cosa importante è che ogni decisione sulle variazioni della terapia sia presa da un medico specialista e non dal paziente in autonomia!


I farmaci antiepilettici

Le persone con epilessia possono avvalersi di buone terapie farmacologiche.

Il trattamento con i farmaci antiepilettici riesce a controllare le convulsioni nel 70% delle persone affette da epilessia.

Ne traggono giovamento quasi tutti i tipi di epilessia, tra cui l’epilessia generalizzata idiopatica.

Ma come agiscono questi farmaci?

Gli antiepilettici agiscono sul trasporto e la quantità di alcuni neurotrasmettitori e ioni necessari all’innesco e alla propagazione dell’impulso elettrico neuronale.

Gli antiepilettici più utilizzati sono:

  • Fenitoina
  • Acido valproico
  • Carbamazepina
  • Lamotrigina
  • Topiramato
  • Fenobarbital
  • Etosuccimide

I farmaci antiepilettici hanno numerosi effetti collaterali che, in caso di abbondante sovradosaggio, possono essere anche gravi.

Gli effetti collaterali più comuni sono:

  • Debolezza e sonnolenza
  • Cefalea
  • Tremori
  • Gengive gonfie
  • Eritemi
  • Agitazione

… e diversi altri

La terapia va iniziata aumentando gradualmente la dose, per raggiungere quella ottimale. Tutte le variazioni nel dosaggio devono avvenire molto lentamente.

Insomma, inutile farla troppo complicata.

La terapia con i farmaci anticonvulsivanti DEVE essere prescritta e strettamente monitorata da un medico specialista. Tu dovrai attenerti precisamente alle indicazioni.

COSA SONO LE CONVULSIONI

Le convulsioni sono dei cicli di contrazione e rilasciamento di muscoli che si verificano durante gli attacchi epilettici. Sono causate da scariche anomale e sincrone di alcune zone del cervello, visualizzabili con una risonanza magnetica funzionale della corteccia cerebrale.


Chirurgia: può aiutare contro l’epilessia?

L’ipotesi di un intervento chirurgico per il trattamento dell’epilessia viene valutata soltanto se ci sono le seguenti indicazioni:

  • I farmaci antiepilettici non sono utili nel controllo delle crisi
  • Gli esami strumentali mettono in evidenza che a causare l’epilessia è una piccola area del cervello che può essere asportata senza particolari conseguenze

Gli esami svolti per valutare quest’ultima eventualità sono:

  • Risonanza magnetica cerebrale
  • EEG (elettroencefalogramma)
  • Test di funzionalità neurologica, su memoria, apprendimento e altre caratteristiche

L’intervento chirurgico consiste generalmente nell’asportazione o nell’isolamento della zona del cervello coinvolta nella genesi delle crisi epilettiche.

Si esegue in anestesia generale e comporta un’incisione del cuoio capelluto (che diventerà invisibile dopo pochi mesi) e l’apertura di una piccola finestra nel cranio.

È un intervento abbastanza invasivo e non totalmente privo di rischi. Per questo viene praticato SOLO se non si ottiene un ottimale controllo della malattia con i farmaci.


Altri trattamenti

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Negli ultimi decenni sono state sviluppate tante nuove terapie all’avanguardia per la cura dell’epilessia.

Queste vengono messe in atto quando i farmaci non sono sufficienti a tenere a bada la patologia ma, allo stesso tempo, esistono controindicazioni all’intervento chirurgico.

Vediamo le principali:

  • Stimolazione del nervo vago

Questa tecnica si avvale di un piccolo dispositivo che viene impiantato sotto la pelle del torace e funziona in maniera molto simile a un pacemaker cardiaco.

In buona sostanza, lo strumento manda impulsi elettrici al nervo vago, uno dei nervi più importanti del nostro corpo.

Questa tecnica dà buoni risultati nel controllo delle crisi epilettiche.

Non spariscono del tutto ma si riducono in frequenza e in intensità.

La procedura non è scevra da effetti collaterali: possono comparire voce roca, tosse e mal di gola che coincidono con l’attivazione dello strumento, circa ogni 5:30 minuti.

  • Stimolazione cerebrale profonda (Deep Brain Stimulation)

È molto simile alla stimolazione del nervo vago.

La differenza sta nel fatto che nella DBS gli elettrodi sono posti direttamente nel cervello, così da controllare direttamente le aree che generano gli attacchi epilettici.

  • Dieta chetogenica

La dieta chetogenica consiste in un’alimentazione molto ricca di grassi e povera di carboidrati e proteine.

Gli alimenti da evitare saranno quindi tutti quelli ricchi in carboidrati, come pane, pasta e dolci, così come le carni troppo magre.

La dieta chetogenica sembra ridurre la frequenza d’insorgenza delle convulsioni.

Tuttavia, questa è una di quelle terapie che non può fare chi soffre di epilessia ma ha anche altri problemi di salute, come diabete e patologie cardiovascolari.

Questo perché la dieta ricca di grassi è fortemente controindicata per queste patologie e l’efficacia della dieta chetogenica non è così rilevante da giustificare un tale rischio.

  • Terapie complementari

Le terapie complementari sono quelle che possono essere affiancate al trattamento standard, perché non hanno grandi effetti collaterali, ma che non hanno un’efficacia comprovata da studi scientifici.

L’uso dei rimedi erboristici e dell’aromaterapia si basano principalmente sull’effetto rilassante di alcuni composti, come la passiflora e i fiori di loto.

Alcune volte, la crisi epilettica può essere scatenata dallo stress.

Per questo, un’ottima terapia complementare si avvale di tecniche di rilassamento come l’attività fisica, lo yoga e la meditazione.

CURIOSITÀ

La crisi epilettica è detta anche crisi comiziale. Questo termine deriva dal fatto che nell’antica Roma se qualcuno dei partecipanti a un comizio veniva colpito da una crisi epilettica, era considerato un segno di cattiva sorte e il comizio veniva sciolto immediatamente.


Fonti: