La saturazione di ossigeno: che cos’è?

Fammi indovinare: anche tu in questo periodo hai sentito molto parlare della saturazione d’ossigeno ma non sai bene come districarti per capire che cos’è. Vero?

Il saturimetro è uno strumento sempre più presente nelle nostre case ed è bene conoscere cosa va a misurare e perché è così importante!

Si tratta di un parametro INDISPENSABILE per conoscere lo stato di ossigenazione del sangue.

Può essere utile a scoprire molte patologie, soprattutto a carico del sistema cardiaco e respiratorio.

Quindi, bando alle ciance e rispondiamo alla domanda che ti ha portato qui.

Saturazione d’ossigeno: che cos’è?

Saturazione di ossigeno

La saturazione di ossigeno è un parametro importantissimo per monitorare la nostra salute.

Essa rappresenta la percentuale di emoglobina satura presente nel sangue e può rivelare numerosi problemi di salute.

Ma andiamo per gradi.

Che cos’è la saturazione? Come si ossigena il sangue?

Scopriamolo insieme!

Come si ossigena il sangue?

Come-si-ossigena-il-sangue

Il percorso dell’ossigeno inizia negli alveoli polmonari.

Questi sono dei “sacchetti” che costituiscono la struttura del polmone e che, con ogni inspirazione, si gonfiano di aria.

La parete sottile degli alveoli permette lo scambio gassoso tra aria e sangue. Nel dettaglio:

  • Le molecole di ossigeno passano dall’aria al sangue arterioso. Potrà andare così a nutrire i tessuti.
  • Le molecole di anidride carbonica prodotta dai tessuti passano dal sangue ai polmoni, e possono così essere eliminate.

Disciolta nel sangue arterioso, la gran parte dell’ossigeno si lega immediatamente a una proteina straordinaria: l’emoglobina.

Questa proteina è sempre impegnata a trasportare l’ossigeno verso i tessuti e l’anidride carbonica verso i polmoni: praticamente è il fattorino dei gas respiratori!

Possiamo adesso capire che la quantità di ossigeno nel sangue dipende da questi fattori:

  • Quanto ossigeno è presente nell’aria inspirata
  • La capacità degli alveoli di scambiare l’anidride carbonica con l’ossigeno
  • Quanta emoglobina contengono i globuli rossi
  • L’affinità dell’emoglobina per l’ossigeno, cioè la capacità della proteina di legare il gas

In condizioni normali, il sangue contiene emoglobina sufficiente per veicolare tutto l’ossigeno necessario al nostro corpo.

In alcune patologie, come l’insufficienza respiratoria, la percentuale di emoglobina legata all’ossigeno cala drasticamente.

Ci serve quindi un parametro per misurare quanta emoglobina sta trasportando ossigeno, quanti “furgoni dei fattorini” stanno realmente trasportando i nostri preziosi pacchi.

Questo parametro esiste: si chiama saturazione di ossigeno.

LO SAPEVI CHE

Ogni globulo rosso contiene in media 270 milioni di molecole di emoglobina! Tuttavia, ogni patologia che comporta una riduzione dei globuli rossi (anemia) può essere causa di bassi livelli di emoglobina nel sangue.


Quali patologie modificano la saturazione di ossigeno?

Quali-patologie-modificano-la-saturazione-di-ossigeno

Facciamo un piccolo ripasso.

Abbiamo detto che la saturazione di ossigeno dipende dalla quantità di ossigeno che passa nel sangue e anche dalla quantità totale di emoglobina presente nei globuli rossi.

Da questo concetto, possiamo intuire che le patologie che modificano la saturazione di ossigeno possono essere:

  • Di origine polmonare
  • Di origine cardiocircolatoria

Le patologie polmonari che possono ridurre la saturazione e condurre a insufficienza respiratoria sono:

  • Broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO)
  • Asma
  • Pneumotorace (collasso del polmone)
  • Infezioni respiratorie (polmonite, influenza, raffreddore, COVID-19)
  • Ostruzioni delle vie aeree
  • Embolia polmonare

Le cause di origine cardiocircolatoria, invece, sono:

  • Anemia
  • Patologie cardiache
  • Malformazioni cardiache congenite

A volte la riduzione della saturazione può anche essere fisiologica, come in caso di sforzo intenso.

Subito dopo un’esercizio aerobico molto intenso, potresti trovare dei valori di saturazione leggermente più bassi della norma!

Un altro caso può essere la permanenza ad alte quote senza un’adeguata preparazione.

Tuttavia, queste ipossie sono di entità lieve e transitorie, scompaiono al cessare dello stimolo che le scatena.


Come misurare i livelli di saturazione

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Ok, ma come faccio a sapere qual è il mio livello di saturazione d’ossigeno?

La misurazione dei livelli di ossigeno nel sangue avviene generalmente con due tecniche: l’EGA o la saturimetria.

  • EGA

L’EGA (emogasanalisi) è un test dei gas presenti nel sangue arterioso.

Questo esame viene effettuato direttamente su un prelievo di sangue arterioso, che viene estratto tramite puntura dell’arteria radiale del polso o dell’arteria femorale (a livello dell’inguine).

L’emogasanalisi arteriosa misura la quantità di ossigeno presente nel sangue, la pressione di saturazione dell’anidrite carbonica e il livello di acidità del sangue (pH).

È un esame invasivo e doloroso. Può essere effettuato solo in ambiente ospedaliero da personale sanitario specializzato.

  • Saturimetro o pulsossimetro

Si tratta di uno strumento elettromedicale che viene applicato sul dito e può essere usato a casa in autonomia.

Il pulsossimetro permette di monitorare la percentuale di ossigeno nel sangue (o meglio, la saturazione) e la frequenza cardiaca.

La lettura delle misurazioni, che appare su un piccolo schermo, deve essere effettuata quotidianamente, nei casi in cui si sospetta una patologia che possa ridurre la saturazione.

Queste caratteristiche fanno dei saturimetri degli apparecchi portatili estremamente pratici, versatili e affidabili.

Diamo un’occhiata ai valori normali rilevabili sul saturimetro:

  • I valori normali di saturazione vanno da 95% a 100%.
  • Una saturazione tra il 90% e il 95% indica uno stato di ipossia
  • Sotto il 90% è necessario somministrare ossigeno al paziente

Per quanto riguarda invece il valore delle pulsazioni normali a riposo, sono comprese tra 60 e 100 battiti al minuto.

ATTENZIONE

Il saturimetro non dà i livelli di ossigeno generali, bensì la percentuale di ossigeno legata all’emoglobina. Nel sangue può esserci anche ossigeno libero, non legato all’emoglobina, che però viene trasportato efficacemente ai tessuti.


Riduzione della saturazione d’ossigeno: i sintomi

Quando la saturazione dell’ossigeno del sangue cala sotto i livelli di guardia, il dispositivo rileverà una saturazione inferiore al 95% e il nostro organismo entrerà in sofferenza.

La quantità di emoglobina circolante legata all’ossigeno sarà inferiore e i tessuti entreranno in una condizione chiamata ipossia, cioè carenza di ossigeno.

Quando si è in ipossia, quasi tutti gli organi iniziano a lavorare male: il primo è il sistema nervoso centrale.

Possiamo accorgerci dell’ipossia perché essa si manifesta con diversi sintomi piuttosto caratteristici, specie se sappiamo che c’è una patologia di base che può ridurre la saturazione.

Ma quali sono i sintomi della saturazione bassa?

  • Capogiri
  • Dispnea (fiato corto)
  • Aumento della frequenza respiratoria
  • Mal di testa
  • Tosse notturna
  • Cianosi
  • Tachicardia
  • Problemi alla vista

Le complicazioni di una bassa saturazione di ossigeno

Inizio col tranquillizzarti: nella maggior parte dei casi, i livelli di ossigenazione del sangue sono normali o, se inferiori alla norma, non conducono a grosse problematiche.

Tuttavia, l’incapacità di ossigenare il sangue può portare a delle condizioni anche molto serie.

Queste complicanze possono essere:

  • Notevole aumento del polso
  • Danni irreversibili a cuore, cervello e fegato, che si instaurano in soli 4 minuti di grave ipossia
  • Convulsioni
  • Coma
  • Decesso

Ovviamente, sono elencate in ordine di gravità e, se s’interviene, non si ha nessun tipo di complicazione!

Per questo rimane ESSENZIALE chiamare un medico non appena la saturazione scende al di sotto dei livelli normali. Già una saturazione a 94% è da valutare.


Trattamento della bassa saturazione

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Come avrai capito, l’ossigenazione del sangue è fondamentale per il nostro corpo.

Un livello di saturazione di ossigeno inferiore al 95% è considerato patologico, sotto il 90% è UN’EMERGENZA.

Fortunatamente, l’efficacia delle terapie per ristabilire la saturazione è ottima e, se iniziate prontamente, riescono a ristabilire ben presto una condizione ottimale.

Ma quali sono queste terapie?

  • Ossigenoterapia

È la terapia più importante e quella da iniziare il prima possibile.

L’organo più suscettibile all’ipossia è il cervello. Già dopo i primi minuti di severa deprivazione d’ossigeno, alcune cellule cerebrali possono iniziare a morire.

Più l’ipossia dura a lungo, più cellule nervose muoiono.

È per questo che l’ossigeno va somministrato immediatamente, non appena la saturazione misurata al pulsossimetro da dito scende sotto il 90%.

  • Correzione della patologia respiratoria

È importante correggere l’eventuale patologia respiratoria che causa la bassa saturazione.

Se soffri di condizioni croniche come l’asma o la BPCO, a provocare un calo della saturazione è un basso tasso di scambio di ossigeno a livello degli alveoli polmonari.

Insieme all’ossigenoterapia, possono rivelarsi utili farmaci steroidei e broncodilatatori, che aumentano la permeabilità dei bronchi.

  • Correzione della patologia cardiaca

Se alla base ci sono delle problematiche circolatorie, la causa della bassa saturazione può risiedere in un flusso sanguigno inadeguato.

Farmaci che possono migliorare la saturazione d’ossigeno sono i beta-bloccanti in caso di insufficienza cardiaca o il trattamento di eventuali aritmie.

  • Correzione dell’anemia

Infine, se il problema sottostante è un’anemia, la causa risiede in una quantità di emoglobina insufficiente a veicolare ai tessuti l’ossigeno necessario.

Può rendersi necessaria una trasfusione di globuli rossi oppure, se più lieve, un trattamento con ferro e acido folico.

DOVE ACQUISTARE IL SATURIMETRO

Il saturimetro è uno strumento piuttosto economico. Può essere acquistato in farmacia oppure online, su siti di e-commerce come Amazon e eBay, che dispongono di offerte e prezzi molto vantaggiosi.



Fonti: